dyad

Ammortizzatore DYAD – Funzionamento e Suggerimenti d’uso

Scritto il 20 settembre 2014

DYAD (pronuncia “daiad”) tradotto significa Diade, parola utilizzata sia in ambito musicale oppure in Sociologia dove definisce una stretta iterazione e/o scambio tra due elementi, ed è quantomai azzeccata:

Nella musica: Due suoni simultanei

Sociologia/Wikipedia: “La diade è un gruppo composto da due elementi(….) Ciò che caratterizza la relazione, nella diade, è il legame affettivo. Anche se la comunicazione si interrompe per qualche motivo e quindi non si hanno più interazioni (come nel caso della assenza di uno dei due componenti, …..) la relazione permane. Tuttavia affinché la diade continui ad esistere nella comunicazione vi è la necessità di un’attenzione reciproca la quale venendo meno interrompe l’interazione tra i due componenti e pone fine all’atto comunicativo. Nella Diade due persone stanno insieme perché si sono scelte, perché hanno interessi in comune o per compensazione. L’una trova nell’altra quello che pensa gli manchi. Si tratta di due persone che rinnovano la loro scelta nella volontà di continuare lo scambio comunicativo.

CARATTERISTICHE, PECULIARITA’ E DIFFERENZE RISPETTO AGLI ALTRI AMMORTIZZATORI

L’ammortizzatore DYAD è un elemento ammortizzante di tipo “PullShock” sviluppato da Cannondale in collaborazione con Fox Racing Shox che permette due differenti escursioni, due diverse tarature indipendenti, due geometrie della stessa bici, il tutto semplicemente selezionato da una comando sul manubrio. Ci sono infatti due modalità selezionabili tramite la leva meccanica posta sul manubrio dove a cavo rilasciato si ha l’escursione massima (modalità Flow) ed un circuito idraulico dedicato a situazioni tipiche della discesa, salita molto tecnica e/o velocità sostenute; a leva premuta si seleziona invece la modalità Elevate che significa escludere il circuito idraulico precedente, ridurre il volume della camera d’aria rendendo l’escursione molto più progressiva, sostenuta e con SAG ridotto sfruttando inoltre un’ idraulica dedicata ed indipendente.

DYAD - proggressione

FLOW:

  • escursione lineare tipica degli ammortizzatori a molla
  • circuito idraulico dedicato alla discesa, terreni tecnici affrontati in velocità, salti etc
  • entrambe le camere d’aria attive, escursione massima
  • SAG di circa il 35%

ELEVATE:

  • escursione molto progressiva che sostiene il rider durante i trasferimenti di carico in salita, massimizza la spinta sui pedali sia in fase di pedalata che durante la guida attiva
  • circuito idraulico dedicato all’efficienza di trasmissione del moto con compressione alle basse velocità molto più sostenuta
  • SAG ridotto con conseguente modifica alle geometrie della bici (nel caso della Jekyll il movimento centrale si alza di 10mm e lo sterzo si chiude di 0,5gradi) migliorando la distribuzione dei pesi e compensando l’inclinazione della salita
  1. ENTRIAMO NEI DETTAGLI:

Il DYAD vuole essere un ammortizzatore che unisce i vantaggi degli ammortizzatori ad aria e le performances discesistiche degli ammortizzatori a molla, ossia:

  • sensibilità di funzionamento (basso carico di stacco) tipico delle unità a molla
  • linearità d’escursione (sebbene molto progressiva in modalità “elevate”) tipico delle unità a molla
  • massima libertà di taratura in base al peso e preferenze del Cliente,tipico delle unità ad aria
  • massima dissipazione del calore sviluppato durante il funzionamento senza inficiare la parte elastica, tipico degli ammortizzatori a molla
  • massima performance in salita (eccellente grip al posteriore ma sospensione “ferma” se non realmente necessario) e ugualmente massima performance in discesa (massimo assorbimento e sfruttabilità della corsa, sia in curva che all’atterraggio da grossi salti)

La prima cosa che contraddistingue questo ammortizzatore è la caratteristica di essere un “pull shock” e cioè di lavorare in trazione anziché in compressione e questo porta tre importanti vantaggi:

  1. lo stelo rimane perlopiù all’interno dell’ammortizzatore, raccogliendo molto meno sporco e risultando meno esposto a graffi o danneggiamenti (soprattutto con bici a riposo quando stivata in auto, agganciata in seggiovia,etc)
  2. lavorando in trazione il sistema è molto più stabile e sollecita molto meno il telaio e le guarnizioni di tenuta,favorendone la scorrevolezza (pensate al Vostro dito indice: se lo tirate rimarrà perfettamente dritto, orientandosi come la direttrice della forza che lo sollecita; viceversa se lo spingete il dito tende subito a piegarsi, richiedendo l’intrvento dei muscoli che lo governano per rimanere dritto. Tradotto sulla bici questo permette un dimensionamento del telaio più leggero e prevedibile ed un’usura di gran lunga inferiore delle tenute)
  3. il posizionamento dell’ammortizzatore sulle bici Cannondale, pensate e sviluppate assieme ai componenti che le caratterizzano, riesce a trarre un’ulteriore vantaggio meccanico dall’ammortizzatore pullshock: esso viene infatti ancorato sopra il movimento centrale che viene maggiormente sollecitato dal nostro peso quando si affrontano percorsi difficili o salti di una certa entità, ecco che la trazione dell’ammortizzatore si contrappone alla spinta data in zona movimento centrale scaricando il telaio da forze importanti consentendo maggiore durata e leggerezza del telaio e…furbizia nella progettazione!

Un’altra caratteristica che pone il DYAD su un altro livello è il fatto di avere lo stelo che muove un pistone grande quanto la camera che lo ospita senza avere in esso lo shim stack (lamelle) e lo spillo del ritorno che normalmente gestiscono lo smorzamento (sistema OTS: oil trough shock). Solitamente negli ammortizzatori tradizionali (sia ad aria che a molla) la quantità di fluido idraulico che agisce sulle componenti che ne regolano il flusso è data dal passaggio d’olio sul pistone causato dal suo movimento all’interno della camera idraulica e dalla quantità di olio spostata dall’ingresso dello stelo nella suddetta camera. Questo vuol dire che l’ammortizzatore DYAD lavora “come una pompa”, con una quantità d’olio mossa durante il movimento molto superiore agli ammortizzatori standard, rendendolo molto sensibile alle tarature fin dal primo millimetro di corsa, con minore inerzia visto che allo stelo non è collegato nessuna regolazione, pacco lamellare, etc.

SVT:Stationary Valve Tecnology è l’acronimo che descrive un’altro punto chiave della tecnologia applicata al DYAD dove tutte le regolazioni ed i pistoni con relative lamelle sono posizionati sulla sommità delle camere: non si muovono con lo stelo ma rimangono fermi, minimizzando le masse in movimento e massimizzando l’efficacia delle loro funzioni visto che non devono scendere ai compromessi abituali della progettazione con design “classico” (concentrazione di funzioni e limitazioni di ingombro). Abbiamo quindi due circuiti distinti e separati con due regolazioni del ritorno: quella sulla camera più piccola è per l’escursione massima e quella sulla camera più grande per l’escursione minore. Oltre alla regolazione del ritorno che è visibile esternamente tutta la configurazione del pacco lamellare che governa compressione e ritorno è separata, ottimizzata e specificatamente studiata per dare il massimo nella escursione selezionata senza interferire con l’altra.

Ultima- ma non meno importante- è l’esclusiva caratteristica di avere una quantità molto maggiore di olio al suo interno (tripla rispetto ad un ammortizzatore ad aria di pari escursione) che garantisce una ottima costanza di funzionamento e del settaggio idraulico. Ciò viene maggiormente enfatizzato dal design esclusivo dell’ammortizzatore DYAD dove l’olio lambisce tutto il perimetro del corpo esterno che agisce da efficace dissipatore di calore, senza interferire con la parte pneumatica soggetta invece a trasferimento di calore negli ammortizzatori tradizionali.

Ammo tradizionale vs dyad

  1. PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO:

Per capire meglio la disposizione delle varie camere è meglio analizzare sia lo spaccato che l’immagine dell’ammortizzatore con le varie parti numerate in modo da dare una collocazione mentale alle denominazioni date evitando cattive interpretazioni. La camera negativa (negative spring)(21) è posta sul cilindro dove scorre lo stelo, inferiormente evidenziata dalla rispettiva valvola Schrader(3) con segno (-), le camere positive (positive e combined positive spring) sono sui cilindri (6 e 7) accoppiati ed uniti inferiormente dal condotto (18) che immette aria grazie alla valvola Schrader (4) con segno (+).Tra le camere d’aria è racchiuso l’olio idraulico che serve sia allo smorzamento che allo scambio di flusso tra Elevate e Flow: l’olio infatti,contrariamente ai normali ammortizzatori, è ubicato tra i pistoni flottanti e non in uno spazio dedicato e separato ed è proprio questa caratteristica unica a permetterne la canalizzazione e quindi la ripartizione del flusso su una o su entrambe le camere positive. La gestione del flusso viene effettuata tramite la “spool valve” (12) impegnata sul cilindretto (8) che grazie alle tenute dislocate in altezza devia o blocca il flusso pompato dal pistone verso le camere positive.

In modalità Elevate la spool Valve è compressa grazie alla trazione del cavo che la aziona da sotto, permettendo il passaggio dell’olio solo nella parte superiore ed escludendo completamente il circuito a sinistra (il reticolo sulla parte celeste e marrone rappresenta le zone pneumatica ed idraulica escluse). Il flusso d’olio pompato nella camera Elevate passa attraverso il pistone (Elevate SVT Damping circuit) regolato da una combinazione di lamelle dedicata ad ottenere il massimo in questa circostanza d’uso della bici, con compressione alle basse velocità particolarmente chiusa e ritorno più lento (flusso compressione blu, ritorno rosso). La camera positiva si trova ad essere di dimensione molto ridotta e quindi anche più progressiva rispetto alla modalità Flow, garantendo un’ottimo sostegno anche con ampi trasferimenti di carico sul posteriore.

In modalità Flow la spool valve viene rilasciata grazie alla restituzione di cavo data attraverso il comando al manubrio,chiudendo i passaggi sfruttati nella modalità Elevate e liberandone altri che mettono in comunicazione entrambe le camere positive e aumentando cosi il volume d’aria lavorante, ottenendo un’escursione molto lineare che viene sfruttata al 100%. Il circuito idraulico ora è quello precedentemente escluso ovvero “Flow SVT Damping Circuit” tarato appositamente per dare il meglio in discesa e nelle situazioni più veloci e tecniche. Il movimento centrale si abbassa rispetto alla modalità Elevate e l’angolo sterzo si apre rendendo la bici molto stabile.

dyad olio

POSSIBILI ERRORI E RIMEDI:

  • SEQUENZA SBAGLIATA DI GONFIAGGIO/SGONFIAGGIO: ricordate SEMPRE che la logica da tenere presente è che LA PRESSIONE SULLA CAMERA POSITIVA DEVE ESSERE SEMPRE MAGGIORE DELLA NEGATIVA altrimenti I pistoni flottanti vanno fuori posizione e lo stelo rimane esposto (bici accucciata sul posteriore). Durante il gonfiaggio prima gonfiate la positiva e poi la negativa (seguendo le pressioni consigliate), per lo sgonfiaggio fate l’esatto opposto ossia prima sgonfiate la negativa e poi la positiva. Se commettete un’errore e lo stelo rimane esposto provate a gonfiare solo la positiva del valore del Vostro peso, fate sfiatare la negativa e fate funzionare l’ammortizzatore con il Vostro peso sulla sella per tre-quattro volte (mantenedo la valvola della negativa premuta). Se il problema persiste l’ammortizzatore va mandato in assistenza da FOX.
  • POMPA NON INSERITA IN BATTUTA: la ghiera della pompa che avvitate sulla valvola delle camere positive deve essere avvitata fino in fondo e non solo fin quando vedete la lancetta del manometro che si muove. La connessione delle camere positive,sebbene con attacco unico, ha all’interno due valvole Schrader in serie e se la pompa non è inserita a fondo correte il rischio di immettere aria solo in una delle due camere, con risultati disastrosi. Se ciò dovesse accadere l’ammortizzatore va mandato in assistenza da FOX.
  • QUANDO GONFIATE O SGONFIATE  le camere controllate che il comando remoto sia in posizione Flow, ovvero il cavo sia rilasciato.
  1. PESI,MISURE,PRESSIONI DI GONFIAGGIO E SUGGERIMENTI PER IL SETUP:

PESO: 625 grammi circa senza cavo e comando in versione 50mm (Jekyll)

PRESSIONI MIN-MAX: camera positiva 100-450 PSI, camera negativa 50-400 PSI. Richiesta pompa specifica per alta pressione con range fino a 600 PSI (fornita con l’ammortizzatore/bici).

INTERASSI E CORSE DISPONIBILI:

  • Jekyll interasse 155mm corsa 50mm
  • Claymore interasse 165mm corsa 60mm
  • Trigger 29″ interasse 155mm corsa 50mm
  • Trigger 26″ interasse 145mm corsa 40mm

SUGGERIMENTI DI TARATURA

Per Jekyll, Trigger29 e 26 scegliete il valore di pressione immediatamente sotto a quello suggerito dalla tabella di gonfiaggio, per Claymore scegliete quello immediatamente superiore (peso: rider vestito, incluso zaino idrico e protezioni) La pressione della negativa può essere aumentata rispetto alla tabella in modo da favorire la sensibilità iniziale, non ridurre mai però la differenza sotto ad 1.5 BAR.

Tabella Pressioni Gonfiaggio Claymore

Pressioni Claymore

Tabella Pressioni Gonfiaggio Jekyll

Pressioni dyad Jekyll

Tabella Pressioni Gonfiaggio Trigger 29er e 26er

Pressioni dyad Trigger-29er e 26er

Fonte: Centro assistenza ufficiale Cannondale per Lefty (VI)

Cosa si dice

  1. dado furlan 6 ottobre 2014 alle 16:03

    Ottimo approfondimento, grazie.

  2. Bersekt 4 novembre 2014 alle 23:04

    Ciao Dado e benvenuto sul sito!

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

 

Share This
This site is protected by WP-CopyRightPro